Una tradizione
lunga 35 anni
Il Pranzo di Natale della Comunità di Sant’Egidio nasce nel 1982, quando un piccolo gruppo di persone senza dimora e di anziani rimasti soli vengono accolti all’interno della Basilica di Santa Maria in Trastevere.
A quel pranzo ne sono seguiti molti altri e oggi la famiglia della Comunità di Sant’Egidio è numerosissima: ogni anno sono oltre 200.000 le persone coinvolte e 73 i Paesi nel mondo in cui la Comunità organizza questo evento speciale.
I centri di raccolta
Ogni invitato ha la sua storia
Tina
Un dolore che diventa speranza
Tina è una signora di 95 anni che ha vissuto una delle esperienze più brutte per una madre: sopravvivere al proprio figlio. Franco, questo il suo nome, era un volontario di Sant’Egidio e passava le sue sere sulla strada, insieme ai poveri. Tina, per attenuare quel dolore, ha deciso di ricordare il figlio continuando la sua missione.
Lo fa a modo suo, tessendo coperte colorate per chi vive in strada e per i letti dei dormitori che ogni giorno accolgono i più bisognosi. Dopo di lei, in tante hanno cominciato a filare la lana per fare cappelli, calze e coperte. E oggi per Tina, sapendo di aver fatto del bene, il dolore per la perdita del figlio è più lieve.


Rita
Aspettando un angelo
Rita viveva sola, in un piccolo spazio senza servizi igienici. Quando l’andammo a trovare le prime volte, lei non chiedeva aiuto, era semplicemente contenta di poter parlare con qualcuno. Amava raccontare della gioventù. Poi, un giorno, Francesca la invitò al Pranzo di Natale. Rita però disse che quel giorno di festa l’avrebbe trascorso con il figlio.
Poco prima del pranzo Francesca passò da lei per farle gli auguri. La trovò dietro la porta, vestita di tutto punto, in lacrime: nessuno era passato a prenderla. Venne al Pranzo nella chiesa di Santa Maria in Trastevere e alla fine di quella giornata, Rita disse una cosa che non dimenticheremo più: “Cosa sarebbe stato se non avessi avuto un angelo che si è ricordato di me?”.
Pasquale
La forza di un sorriso
Pasquale, napoletano, ha quasi 60 anni. Ha conosciuto i volontari di Sant’Egidio in un ospedale di Roma, dove passava le sue notti. È stato per lui il momento in cui tutto è cambiato. Avere qualcuno con cui ridere e scherzare, con cui confidarsi, in poche parole amici, gli ha dato la forza di rialzarsi e abbandonare la vita di strada.
Grazie alla generosità di un anonimo, Pasquale ha passato lo scorso inverno in una casa con altri come lui: questo gli ha permesso di trovare un lavoro, una compagna e, infine, trasferirsi in una casa tutta sua, nel nord Italia. In tutti questi anni, Pasquale non ha mai perso il sorriso. E oggi, ha ritrovato una normalità che non pensava possibile.
